Giacomo D’Anna fonda una libreria a Messina.
La libreria D’Anna diventa casa editrice: pubblica dispense e saggi di professori dell’università locale, traduzioni dal latino e dal greco. Nascono le prime collane (la “Biblioteca di cultura contemporanea” e le “Gemme minori di Sicilia”) e la prima rivista, “Ponte”: appena pochi numeri stampati a cura e per conto di studenti, che per comprare una copia risparmiano sul caffè o sul biglietto del tram e trascorrono i pomeriggi nella libreria D’Anna a parlare di letteratura e di varia umanità con scrittori e artisti come Salvatore Quasimodo, Giacomo Balla, Renato Guttuso e Filippo Tommaso Marinetti, amico del fratello Giulio, futurista e aeropittore. Con la collaborazione di altri editori del calibro di Einaudi, Mondadori, Bompiani, la libreria-editrice D’Anna organizza incontri con famosi scrittori, tra cui Cesare Pavese, Italo Calvino e Bruno Cicognani.
Durante la crisi internazionale e la guerra, diventa difficile per una piccola casa editrice, lontana dai grandi centri di distribuzione, imporsi come grande produttore di “varia”.
Giacomo D’Anna si lancia così nel mercato scolastico, con una formula in parte nuova: affidare la stesura dei libri di testo a nomi prestigiosi della cultura accademica.
I risultati non tardano ad arrivare, con scelte editoriali spesso d’avanguardia realizzate da illustri autori, quali Luigi Russo, Quintino Cataudella, Francesco Flora, Nicola Terzaghi, Manara Valgimigli.
I continui bombardamenti su Messina inducono Giacomo D’Anna a trasferire la stampa dei libri a Città di Castello. E proprio lì lo sorprende l’8 settembre. Lui, di sentimenti antifascisti, nonostante una rispettosa amicizia con Marinetti e Bottai, protegge il grande critico Attilio Momigliano, perseguitato a causa delle leggi razziali, e finisce in carcere. Dopo una fuga fortunosa, è il primo a entrare a Sansepolcro sulla torretta di un carro armato statunitense per liberare Momigliano che aveva affidato al direttore dell’ospedale civico di quella città.
Dopo la fine della Guerra mondiale, la D’Anna ritorna a Messina, ma non per molto. Come tante altre istituzioni culturali, avverte l’attrattiva di una Firenze che non ha ancora smarrito la vocazione di capitale della cultura e che soprattutto, con Le Monnier, Sandron, Sansoni e La Nuova Italia, costituisce il più importante centro dell’editoria scolastica italiana.
Uno dei suoi due figli maschi, Guido, sogna di fare l’architetto e di studiare a Firenze col grande Michelucci. Luigi Russo, di non facile carattere, da tempo autore della Casa editrice, trovandosi in disaccordo con la Vallecchi, cerca un nuovo editore per la rivista che dirige, “Belfagor”.
La soluzione è di compromesso: Guido si trasferisce nel capoluogo toscano a studiare architettura, ma anche a costituire una sede fiorentina della casa editrice e a curare la parte organizzativa di “Belfagor”.
La produzione editoriale si incrementa: opere di cultura, manuali e antologie, con una specializzazione nell’ambito umanistico, collane e riviste. Nel frattempo, la D’Anna si trova ad affrontare ben due “tempeste” travolgenti.
La prima è quella climatica: l’alluvione del ’66, che reca gravi perdite alla casa editrice ma la incoraggia a installarsi in una signorile palazzina di via dei Della Robbia…
… la seconda “tempesta” è quella culturale del Sessantotto.
La “rivoluzione” intellettuale di questi anni offre alla casa editrice D’Anna l’occasione per proporre nuovi strumenti di cultura e di studio: nascono la rivista “Generazione zero”, le collane monografiche “Parallela”, “Tangenti”, “Antologie filosofiche per problemi”, “Gli uomini e le loro istituzioni” e “Secondo millennio”: oltre trecento titoli il cui spirito sembra anticipare le successive riforme scolastiche.
Nell'immagine, il catalogo D’Anna del 1962
I venti del ’68 non passano invano, ma imprimono una spinta verso lo svecchiamento dei programmi scolastici e dei metodi di insegnamento, l’aggiornamento didattico, la sensibilizzazione ai temi di attualità.
Se ne fa portavoce la rivista “Generazione Zero”, dalle cui colonne la casa editrice ancora una volta si pone in ascolto della società che cambia, all’avanguardia della cultura progressista.
Con la crescita del catalogo e dei fatturati, ci sono cambiamenti nell’assetto societario: il capitale è diviso tra Guido e Giuseppe e l’impresa diventa società per azioni.
Dopo la contestazione, nei libri di testo si pongono due ordini di problemi: di tipo contenutistico, con la concessione di maggiore spazio alla contemporaneità, prima esclusa; nei metodi d’insegnamento, con il superamento dei rigidi steccati tra le materie, l’uscita dagli stretti schemi della programmazione ministeriale, la sollecitazione dell’apporto personale e della discussione.
In risposta a queste istanze, si progettano collane che forniscono occasioni di approfondimento per insegnanti e studenti.
Lunga fortuna ha l’esperienza dell’Anello di Möbius.
Entrano nell'azienda, per loro libera scelta, i figli di Guido: per primo Gabriele e, a seguire, Giacomo, Albertina, Elisabetta.
Si tratta di fresche energie che rinnovano la produzione: giovani con la capacità di proporre e seguire libri di testo destinati a giovani come loro.
Esce la prima edizione di una delle opere più fortunate e longeve del catalogo D’Anna: L’arte italiana di Piero Adorno.
La solida impostazione storicistica, la linearità didattica, la dimensione internazionale e il ricco apparto iconografico intercettano le esigenze di insegnanti e studenti, così che l’opera ottiene fin da subito ampi consensi.
Nel contesto di stagnazione economica mondiale e di crisi del sistema politico italiano, il mercato del libro scolastico cambia profondamente: si verifica un processo di concentrazione delle varie sigle editoriali in grandi gruppi in grado di garantirsi quote di mercato maggiori.
L’accentramento di questi giganti dell’editoria nel Nord Italia, in particolare a Milano, ha conseguenze negative sulla città di Firenze, e sulle case editrici di grande tradizione ma di dimensioni medio-piccole.
Guido D’Anna si risolve pertanto a consentire l’ingresso nel pacchetto azionario alla Zanichelli, il cui rappresentante diventa, dal 1996, l’amministratore delegato.
La promozione e la distribuzione sono affidate alla casa editrice Loescher di Torino, parte del gruppo Zanichelli.
In aprile, la D’Anna si trasferisce da via dei Della Robbia in locali più ampi, al Poggio Imperiale, in una splendida villa in via Dante da Castiglione.
Coraggiosamente, D’Anna è fra le prime case editrici scolastiche a percorrere la strada del multimediale, ritenuto importante ausilio all’attività didattica e all’apprendimento.
Vengono pertanto pubblicate una poderosa letteratura italiana e una letteratura greca entrambe su Cd Rom, sono rese disponibili ai non vedenti le versioni elettroniche di un fortunatissimo corso di Educazione fisica, un manuale di Storia e uno di Filosofia; vengono realizzati il software per generare ipertesti Eugenio, il Dizionario dei sinonimi e dei contrari e il DirdiPiù (Dizionario italiano ragionato & Laboratorio linguistico operativo).
“Diversificare, d’altra parte, è sempre più necessario”, si sostiene in casa editrice; da questa filosofia nascono importanti partnership con “L’Espresso”, “la Repubblica”, Studenti.it, Fratelli Alinari.
D’altronde, il libro – inteso non tanto nel suo formato cartaceo, ma nel suo impianto “narrativo” – resta il centro dell’attività editoriale. D’Anna, negli ultimi vent’anni, ha pubblicato alcune opere che realmente “hanno fatto scuola”: l’antologia per il biennio Quattro colori, il corso Storia e storiografia di Desideri, i manuali di Storia dell’arte di Piero Adorno e Adriana Mastrangelo, quelli di Educazione fisica di Del Nista, Parker e Tasselli.
Nella foto, Antonio Desideri e la copertina del suo manuale Storia e storiografia.
Nel gennaio 2004 Guido D’Anna, definito “pioniere dell’editoria scolastica”, “uno dei pochi editori puri”, muore.
I figli Gabriele e Albertina, circondati da validissimi collaboratori, raccolgono la sua eredità e proseguono nella missione di mantenere la casa editrice al passo con i tempi, in ascolto dei tempi, in anticipo sui tempi.
La casa editrice compie ottant’anni: un traguardo importante che viene celebrato presso la Biblioteca degli Uffizi, alla presenza di giornalisti e personalità delle istituzioni e della cultura. Per l’occasione viene presentato al pubblico il volume Casa editrice G. D’Anna. Persone, storie, luoghi in ottant’anni di editoria, che ripercorre il lungo cammino iniziato a Messina nel 1926.
Nello stesso anno, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, i D’Anna ricevono un altro importante riconoscimento: la segnalazione d’onore al XXIV “Premio Firenze”.
La maggioranza delle quote societarie della casa editrice passa a Loescher. L’anno successivo, Gabriele D’Anna, presidente e già direttore editoriale, cede le proprie azioni e lascia l’azienda.
Nel mese di giugno, a seguito di un ulteriore passaggio di quote, la G. D’Anna Casa Editrice è controllata totalmente da Loescher Editore (divisione del gruppo Zanichelli editore S.p.A.).
In ottobre, ne è deliberata la fusione per incorporazione a partire dal gennaio 2013. Ciò non significa la fine della sua lunga e prestigiosa storia: il marchio della fenice si rinnova pur mantenendo intatto il legame con la tradizione.
D’Anna continua e rafforza la sua presenza sul mercato espandendo il catalogo in altre discipline e settori, in particolare tornando a proporre testi e strumenti digitali per le scuole medie.
La casa editrice si appresta a entrare nel suo secondo secolo di vita con il giovane spirito innovatore delle origini, perché le fenici – come ha scritto Goethe – esistono davvero: sono le passioni.